Alla ricerca della dopamina… per muoversi.

Pubblicato da As.P.I. Legnano il

di Orlando Abiuso

Il Parkinson è una malattia neurovegetativa ad evoluzione lenta ma progressiva, che coinvolge, principalmente, alcune funzioni quali il controllo del movimento e dell’equilibrio.

Il nome della malattia è legato però a James Parkinson, un farmacista chirurgo londinese del XIX secolo, che per primo descrisse gran parte dei sintomi della malattia, pubblicando la prima documentazione dettagliata nel suo libretto il “Trattato sulla paralisi agitante”.

I sintomi del Parkinson sono forse noti da migliaia di anni: una prima descrizione sarebbe stata trovata in un manoscritto di medicina indiana che faceva riferimento ad un periodo intorno al 5.000 a.C., ed un’altra in un documento cinese risalente a 2.500 anni fa.

I sintomi motori tipici del morbo si manifestano quando la produzione della dopamina cala consistentemente nel cervello. I livelli di dopamina sono dovuti alla degenerazione di neuroni, in una area profonda del cervello chiamata Sostanza Nera ( la perdita cellulare è di oltre il 60% all’esordio dei sintomi sono il risultato della morte delle cellule che sintetizzano e rilasciano la dopamina).

La dopamina è un neurotrasmettitore, un molecola specializzata che permette alle cellule nervose di comunicare e di interagire fra loro. Senza neurotrasmettitori ( altri sono la serotonina, la melatonina,

ossitocina ,insulina, istamina, endorfina, acitelcolina, noradrenalina, adrenalina, ecc. ) non potremmo pensare, percepire, muoverci o addirittura vivere. Sono stati individuati circa trenta neurotrasmettitori, alcuni dei quali molto specializzati, altri con un gamma di funzionalità in diverse parti del cervello e del sistema nervoso. Diverse importanti organizzazioni promuovono la ricerca e il miglioramento della qualità della vita delle persone affette dalla malattia conosciuta sin dall’antichità. Alcuni pazienti famosi, come l’attore Michael J. Fox, il pugile Muhammed Alì, papa Giovanni Paolo II, il cantante Alex Band, Peter Hofmann, Bruno Lauzi, il giornalista Vincenzo Mollica hanno fatto crescere la consapevolezza della malattia nella società.

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